Day 2 – results

Pubblicato 22 marzo 2013 di circolovelicolagodilugano
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Day 2 – results

Torna a casa Jrata…

Pubblicato 21 dicembre 2009 di circolovelicolagodilugano
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Ed anche Jrata è finalmente rientrata. Lo scorso Week End infatti, con Bruno e Luigi, abbiamo trascorso due giorni sulle strade della Francia… partiti il giovedì sera, dopo aver viaggiato tutta la notte, siamo arrivati a Le Havre il mattino presto. Non pochi problemi ad attenderci, il terminale chiuso, causa ghiaccio e temperature che non permettevano l’impiego degli automezzi sul piazzale dove stazionavano i Flat Rack con le bache. Inoltre il personale (tanti rincoglioniti assieme non li ho mai visti) preferivano dedicarsi a battaglie di neve e a far sbandare le auto sul ghiaccio. Stavo prer rovesciare alcune scrivanie, negli uffici del porto, poi miracolosamente il tutto si è risolto e siamo riusciti a caricare Jrata e partire per i 1000 Km che ci separavano da Lugano. Sulla strada del rientro abbiamo incontrato la neve, che ha reso alcuni tratti di autostrada, al limite del praticabile (con una barca al traino)… Alle 19:00 di sabato, Jrata varca il cancello del CVLL, finalmente a casa…. dopo quasi 5 mesi in giro per il mondo!

L’arrivo a Lugano e l’accoglienza del CVLL

Pubblicato 12 novembre 2009 di circolovelicolagodilugano
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Non sapevo nemmeno io a che ora sarei arrivato alla Stazione di Lugano, visto il terribile viaggio in aereo con ritardi e voli cancellati… Sarei dovuto arrivare di sabato pomeriggio anzichè lunedì mattina!
È stata quindi un enorme sorpresa trovare “lo zoccolo duro” del CVLL ad attendermi con striscioni e bandiere… Grazie di cuore a tutti, siete stati meravigliosi!
Sotto il link al TG di Teleticino, con le immagini dell’accoglienza in stazione a Lugano (è il servizio di chiusura):

Teleticino – Ticino News del 09.11.09.

Les italiens… chi io?

Pubblicato 4 novembre 2009 di circolovelicolagodilugano
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… e adesso ci diamo all’ippica!

Pubblicato 2 novembre 2009 di circolovelicolagodilugano
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I tre moschettieri in vacanza al Morro de Sao Paulo.

Transat650 – Leg 2

Pubblicato 31 ottobre 2009 di circolovelicolagodilugano
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Come promesso eccomi a scrivere un riassunto di questi 24 giorni di mare, a volte interminabili…
3 novembre 2009: Si parte per davvero. Stavolta non saranno 1’000 miglia, ma oltre il triplo. Preventivo 25 giorni e faccio cambusa per 30. Di solito sbaglio clamorosamente con le dosi (porto sempre troppo), ma devo dire che l’aiuto della dietologa del CMCS mi ha aiutato parecchio. Impressionante il volume d’acqua che dobbiamo imbarcare. 140 litri in tanichette da 10 litri. Molti buttano gran parte dell’acqua subito dopo la partenza per alleggerire la barca, e i più estremi gettano addirittura 100 litri… Io mi libero di soli 40, pensando che l’acqua é vita e se dovesse succedere qualcosa i calcoli potrebbero non tornare. Una bella partenza, davvero, parto tra i primi e faccio il bordo verso il largo, mentre gran parte della flotta si getta in terra. Ho ragione io stavolta e passo il disimpegno poco dietro ai primi proto e davanti addirittura a Lobato (e non di poco). Un piccolo momento di gloria, che aiuta il morale. Successivamente le scelte sono 2: EST o OVEST? JY Bernot che ci ha fatto il routage le consiglia entrambe e quindi vado a fare una media tra le due (grande errore)… mi butto a Ovest, ma avrei dovuto osare distaccarmi di piú dalla rotta diretta, seguire l’esempio di Charlie Dalin, che ha successivamente lasciato le maledette isole Canarie alla sua sinistra, procedendo senza incappare nei coni ‘ombra delle isole. Riguardando il tracking di quello che ho combinato in quell’arcipelago, mi viene da metteremi le mani nei capelli… pensavo di aver perso molto nella parte successiva, con l’aliseo anomalo, reso più forte dalla depressione sulla Mauritania, invece mi accorgo che in quella parte, non ho perso molto dal gruppo, pur avendo riscontrato i problemi di inaffidabilitá del pilota come per la prima tappa.
Questa volta il pilota oltre ai problemi di settaggi, mi abbandona meccanicamente, tranciando di netto il settore su cui si fissa l’attutore principale alla barra. Monto quello estrno di rispetto con la paura che se questo mi pianta in asso, sono condannato a 24 ore al giorno alla barra. Il problema di questi attuatori che lavorano esternamente é il surriscaldamento sotto il sole. Quindi mi impegno a timonare nelle ore più calde della giornata (una decina al giorno), mentre lui fa i turni notturni. Funziona e per fortuna arrivo con lui sino a Bahia. Sento la mia posizione alla BLU nell’appuntamento con Monaco Radio e sono un po’ scornato… penso: Vabbé peggio di così… Ed infatti passo dalla 43esima posizione alla 37esima. Mi rendo conto di aver avuto molta fortuna nel Pot au Noir, questa zona tanto temuta, é imprevedibile e la fortuna mi ha aiutato e passo questo inferno in sole 40 ore, mantenendo sempre rotta a Sud, incappando mai nelle piatte e schivando i groppi più violenti con le raffiche oltre i 45 nodi. 33 il massimo registrato. Quello che ho trovato in questo posto é stata della gran pioggia e se avessi dovuto passare anche solo un altro giorno in quelle condizioni, avrei avuto il morale a terra.
Uno dei maggiori problemi riscontrati (oltre al maledetto pilota) è stata la rottura delle volanti. I martelletti rifatti alla Rochelle si sono sfilati dal cavo, procurandomi non pochi problemi con una riparazione in testa d’albero. Ho peccato di presunzione, pensando di poter salire come solitamente faccio in porto (come uno scoiattolo) una volta in mare. Non bisogna solo pensare al moto ondoso che rende l’operazione pericolosa per i continui sobbalzi contro le sartie e l’albero, ma anche il fatto che il fisico e i muscoli dopo 15 giorni di mare non sono quelli della partenza. Non avevo fiato e una volta sceso ho avuto male a gambe e braccia per 2 giorni. Prima di salire pigio il pulsante verde della balise fornita dall’organizzazione per avvertire che ho un problema che posso gestire da solo. Mentre piombo le nuove volanti in tessile, sento al VHF Celeste, la barca d’appoggio dirottata sulla mia posizione per accertamenti. Spiego la situazione e mi pregano di richiamarli dopo un ora a lavoro finito. Salgo con un imbrago da montagna ed una maniglia di sicurezza, ma se salire si rivela difficile, scendere é quasi impossibile. Impreco contro ogni divinitá esistente e mi do del ******* per non aver pensato ad un sistema migliore di risalita. Quando termino e scendo, chiamo celeste e li avverto che la mia velocitá sará ancora ridotta per qualche ora. Non riuscivo infatti a trovare le forze per riissare la randa e continuo con solo solent per 4 ore, sono a pezzi in pozzetto abbracciato ad una bottiglia d’acqua.
Il giorno successivo sono nel Pot au Noir sotto la pioggia ed i groppi e mi dico bravo per non aver esitato nella riparazione, sebbene il giorno prima avessi i minuti contati dal sole che tramontava.
L’uscita del Pot au Noir è stata come uscire da una stanza. Uno scorcio di azzurro mi si para davanti, a Sud, lo seguo, cala il vento e resto 20 minuti nella “pétole” poi un refolo da SE si fa sempre più forte e mi tira fuori. Dietro l’ammasso di nuvole, davanti il cielo libero. Quasto é l’aliseo dell’emisfero sud e non sono mai stato così felice di bolinare… La felicitá dura poco perchè come dice Giancarlo Pedote “…ve l’avevo detto io che non c’é da divertirsi…” la bolina comincia a diventare dura, un onda da mediterraneo incrociata, spruzzi che ti costringono a vivere nel bagnato. Non c’é riparo, la barca dentro é tutto bagnata, anche il materassino e i teli antirollio. Dormo con la cerata (zuppa anch’essa) e i vestiti sotto (idem). Comincio ad accusare piaghe da decubito e per fortuna ho imbarcato una crema che mi ha letteralmente salvato il fondo schiena! Alcuni sono arrivati a Bahia e sono stati ricoverati in condizioni pietose. Figuratevi, semppre seduti sul bagnato sfregando su un antisdrucciolo che pare carta vetrata…. Ah, bello il Mini!
La bolina è durata una settimana, poi lentamente il vento ruota e diventa portante sulle coste brasiliane, prima Code Zero, poi Spi medio (più piatto) e poi Runner da 80 metri…
In questo ultimo pezzo di strada sono in contatto radio con Mathieu e Brice e fa veramente piacere sentire qualcuno per radio, si parla di argomenti futili. L’ultimo giorno prima dell’arrivo sembra di essere tornati in Bretagna, cielo nero e groppi a intervalli strettissimi, tanta pioggia… ma come si fa ad arrivare così in Brasile? L’ultima notte dormo con lo Spi grande (volevo prendere Brice ad ogni costo prima dell’arrivo). Un groppo arriva inaspettato e mi fa fare dei numeri mai visti… la barca straorza ed é distesa sul fianco, mollo tutto, ma non accenna a rialzarsi, Il Runner che sbatte, sembra voglia strapparmi vial’albero. Sparo Mura e non cambia nulla, poi chiaramente si impiglia nelle crocette e qui mi dico, ok é fatta, vedo giá la news sul sito: Andrea Rossi disalbera a 80 miglia dall’arrivo. Sparo drizza, mi aggrappo alla scotta e comincio a tirare come un trattore, Spi in acqua, fa da ancora e mi fa strapuggiare, randa a collo per via della ritenuta e sono straiato sul lato opposto. Mollo il paranco della ritenuta e la barca si mette piatta. Finisco di tirare a bordo lo spi, non prima di aver combattutto contro la mura finita nei timoni… Il groppo passa e il vento scende di nuovo a 20 nodi… che si fa? lo ridiamo? Dai metto il medio e la velocitá scende di solo 0,3 nodi. Una Redbull e una barretta PowerBar e sono di nuovo operativo. Supero Brice di qualche miglio e mi avvio all’entrata della Baia De Todos Os Santos…. il resto ve l’ho raccontato nel post precedente.

Sono qua a scrivervi queste righe, in attesa del battello che ci porterà al Morro de Sao Paulo, un isola dove mi concederò 4 giorni di vacanza relax… Spero di poter tornare a casa il 6-7 novembre, ma sto ancora attendendo risposta per il volo di rientro. Nei prossimi giorni metterò qualche immagine sul Blog e racconterò qualche aneddoto.

Un saluto a presto quindi!
Andrea

Un momento sognato 5 anni

Pubblicato 28 ottobre 2009 di circolovelicolagodilugano
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Grazie a tutti per il grande aiuto e sostegno dimostrato a questo mio pazzo progetto. Sono a Bahia, ce l´ho fatta e non sembra ancora vero. Ieri è stata la giornata la più emozionante della mia vita, l’arrivo di una Transat650 è un esperienza unica.
L’avvicinamento alla costa illuminata sotto Spi con vento attorno ai 15 nodi, dopo una giornata di groppi e temporali (sembrava essere in bretagna), mi ha permeso di recuperare le poche miglia di distacco che Brice mi dava da ormai quasi 10 giorni. Si perchè da dopo il Pot au Noire sino alla fine abbiamo fatto una mini flotta composta da Mathieu (Zygomar SUI-615), Brice (Bahia FRA-671) ed il sottoscritto. È stato bello navigare assieme in quanto céra sempre una voce dall’altra parte del VHF e a volte abbiamo parlato per ore e ore, prima di argomenti legati alla navigazione, poi via via sempre di argomenti più stupidi… Brice e Mathieu non erano al Top delle loro potenzialitá, il proto di Mathieu accusava un sacco di avarie e quindi teneva il nostro passo, mentre Brice aveva problemi a navigare su mure a dritta, visto che aveva una pala del timone danneggiata.
Abbiamo comunque tirato e spinto sino alla fine anzi, navigando assieme si era piú portati a spingere per prendere anche solo poche miglia all’altro.
Torniamo però all’arrivo… Mathieu che é sempre stato avanti passa il traguardo in piena notte, con tutti i problemi di un atterraggio in notturna, mentre io e Brice raggiungiamo la costa proprio nelle prime ore dell’alba, il sole si alza e la skyline di Bahia ci appare… bellissima! Entriamo nella baia de todos os santos e sembra di essere sul lago, niiente onda e ci si deve mettere a tirare bordi di bolina in 12 nodi d’aria. Vedo un motoscafo che mi raggiunge a tutta velocità, e il mio amico Gaetano (GRF91, ITA-437), che è stato sveglio tutta la notte per aspettarmi e venirmi in contro… Mi scatta delle foto e mi segue sino a passare l’arrivo. Taglio il traguardo e sento 5 anni di tensione e preoccupazioni che mi scivolano via di dosso… incredibile ce l’ho fatta davvero… dal Ceresio a Bahia, con un barchino più piccolo di un Surprise.
Un gommone mi raggiunge, tolgo le vele e mi trascinano all’interno della diga foranea… Sento prima la canzone della Transat e subito dopo mettono la mia canzone, Akuadulza di Davide Van De Sfroos. Dal pontile parte una scarica di fuochi d’artificio e scorgo una gran massa di persone che mi attendono, ci sono tutti… Lascio scarrocciare la barche senza pensare a niente, senza parabordi, senza ormeggi e trovo tutti ad aiutarmi, fermano la barca mi fanno scendere e dopo baci, abbracci e lacrime, intanto che Annabelle della Classe Mini650 mi porta il tradizionale piatto di frutta e Caipiriña, gli amici pensano alla mia barca, poi chiaramente mi sono addosso e mi lanciano di forza in acqua… altra tradizione della Transat650.
Le ore che seguono le passiamo a raccontarci le nostre avventure, davanti a piatti di carne, frutta esotica e Caipiriñe… Le serate poi sono all’insegna delle feste ed ogni sera sembra non finire mai. Le barche sono abbandonate in uno stato pietoso, le vele ancora in coperta, dentro il solito macello… ma c’é tempo per questo.
Nei prossimi giorni inseriró un post che racconterá come si é svolta la mia Transat, ma vi annuncio che le supposizioni fatte da Simon sul mal funzionamnto del pilota erano azzeccate!
Vi ringrazio ancora tutti per gli innumerevoli messaggi, sms, e commenti inviati e mi scuso se non riusciró a rispondere a tutti. Simon ha fatto un ottimo lavoro con il blog e non avevo dubbi!
A presto dunque e grazie mille ancora a tutti!
Andrea

finito lo spettacolo, spazio agli applausi!

Pubblicato 27 ottobre 2009 di circolovelicolagodilugano
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Il mio percorso di narratore finisce, per vostra fortuna, qui. Finalmente passiamo dalle mie sconclusionate interpretazioni delle ridicole barchettine sul tracciato del sito della regata alle vive parole del nostro eroe Andrea Rossi e della sua “bella” Jrata. A te il palco Andrea, non appena avrai finito di festeggiare, dei tuoi sostenitori per raccontare l’incredibile avventura che hai vissuto e per prenderti gli applausi che merita il tuo impegno e l’obiettivo che hai raggiunto!

Buon vento a tutti.

Simon

-0,8 miglia.

Pubblicato 27 ottobre 2009 di circolovelicolagodilugano
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al rilevamento delle 11h00 Andrea era a 0,8 miglia dall’arrivo… mentre scrivo dovrebbe aver già oltrepassato la “linea” tra la “vecchia” e la “nuova” vita. Come ha detto Gaetano Mura ieri quando è arrivato a Bahia ” non si può dire se l’avventura sia finita o sia appena iniziata”.

…a un passo dal sogno.

Pubblicato 26 ottobre 2009 di circolovelicolagodilugano
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Al rilevamento delle 20h00 Andrea era a 90 miglia da Bahia ed è ipotizzabile che possa varcare la linea del traguardo domani alle 9h00. In che posizione? A me sinceramente è l’ultima cosa che interessa, qui più che di numeri si tratta di un pezzo di vita di un giovane ragazzo di Lugano con un sogno chiamato “Oceano” diventato in quest’ultimo mese un’incredibile realtà. Migliaia di miglia scivolate sotto alla carena della sua barca Jrata dal 2006 ad oggi che lo stanno per incoronare primo ticinese della storia a concludere una Transat650. Ricordo che a poche ore dalla partenza della prima regata di 500 miglia che feci con Andrea a Port Camargue, nell’estate del 2006, andammo ad accendere, nonostante fossimo entrambi decisamente atei, un cero a S. Sara. A così poche miglia dall’obiettivo non posso che pensare alla Santa nera di Saint Marie de la Mer pregandola ancora una volta, nonostante io sia rimasto decisamente ateo, di proteggere Andrea in queste ultime ore come ha fatto in questi anni.